Il liceo Rosmini di Trento vincitore del consorso dedicato a Chiara Lubich

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Si potrebbe dire che, per quanto la valutazione dei lavori sia stata improntata alla massima imparzialità, non è del tutto un caso che proprio un liceo di Trento, e proprio la scuola a suo tempo frequentata da Chiara Lubich, sia riuscito ad esprimere al meglio l'essenza del suo pensiero e della sua vita nel mondo di oggi: è stata infatti la IV del Liceo delle Scienze Umane "A. Rosmini" ad aggiudicarsi il primo posto nel concorso indetto dal Miur “Una città non basta: Chiara Lubich cittadina del mondo“.

Conoscere la sua figura, il suo impegno e la sua testimonianza erano la finalità che si poneva il Concorso, indetto nel centenario della nascita; e molte scuole italiane hanno accolto l’invito, partecipando con numerosi lavori. E proprio a Trento, e in particolare al Rosmini, si "respira" ancora evidentemente più che in altre parti del mondo l'eredità che Chiara Lubich ha lasciato, cogliendola nei nostri tempi.

Il lavoro degli studenti del “Rosmini” è partito con un progetto di alternanza scuola-lavoro, guidato dalle insegnanti Ilaria Pasqualini e Silvia Peraro, che ha permesso loro di incontrare studiosi ed esperti di varie tematiche: dalla storia della loro città a percorsi di conoscenza di didattica e di economia. Centrale per questo loro lavorò è stata anche la visita guidata alla mostra “Chiara Lubich città mondo” (proprpgata fino al 21 febbraio 2021)

Nel gennaio 2020 una parte della classe, accompagnata dal dirigente scolastico, ha inoltre partecipato all'incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Centro Mariapoli di Trento; e allestito un’aula del liceo dedicata a Chiara Lubich.

Anche l’arrivo della pandemia è stato, pur inaspettatamente, parte di questo percorso di conoscenza del pensiero e della storia della fondatrice dei Focolari. “Con i mesi di lockdown della primavera - hanno scritto gli studenti - i momenti critici e di dolore non sono mancati. L’aver conosciuto l’esperienza di Chiara e delle sue compagne durante i bombardamenti su Trento nella Seconda guerra mondiale ci ha permesso di guardare da una nuova prospettiva gli eventi degli ultimi mesi. Abbiamo cercato come classe di restare uniti, di non perdere nessuno in questo nuovo modo di fare scuola, di sostenerci e aiutarci nelle difficoltà che subentravano. Ciascuno di noi ha messo in campo nuove energie che ci hanno fatto crescere e maturare”.