Chiara Lubich, da Trento una luce irradiata nel mondo

L'Adige

«Chiara ci ha insegnato che la nostra casa e la nostra patria è nell' altro. Nel morire di Gesù ci ha indicato l' apice dell' amore gratuito».

Così monsignor Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, ha accolto in Duomo ieri mattina per la messa delle 10 i 123 vescovi e 5 cardinali «amici di Chiara Lubich» giunti da oltre 50 nazioni per tre giorni di incontri e celebrazioni nel nome della fondatrice del movimento dei Focolarini, nata a Trento un secolo fa.

«Compito di noi vescovi - ha aggiunto monsignor Tisi - è quello di narrare l' amore senza misura del nostro Dio. La nostra è una Chiesa che non esibisce performance, ma misericordia e la lieta notizia».

Tisi ha indicato i teli che coprono le navate in restauro della Cattedrale per farne un messaggio metaforico e attuale: «La nostra Chiesa è così, come questo cantiere. Non una casa solida, ma un cantiere del Signore, in cui noi credenti siamo nomadi in cammino». L' omelia è stata presieduta dall' arcivescovo thailandese Francis Kovithavanij, che ha ricordato la sua crisi spirituale mentre studiava teologia a Roma: «Poi ho incontrato i focolarini. È stato scoprire la vita del Vangelo vissuta concretamente e insieme, nella luce. Trento ha irradiato questa luce nel mondo, perché Chiara ha cominciato cercando i poveri nella sua città, nelle fasi finali della seconda guerra mondiale.

Ma non le bastava. Voleva abbracciare il mondo».

Poco dopo mezzogiorno, i saluti e i discorsi istituzionali rivolti alla folta delegazione ecclesiastica in una Sala Depero in Provincia gremita dai vescovi ma anche da tanti focolarini. Qui le autorità hanno legato il ricordo della «trentinissima» Chiara Lubich ai valori trentini dell' operosità, della libertà, dell' autonomia, dello spirito di comunità.

Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ricordando in particolare il discorso di Chiara a Palazzo Geremia nel 2001, ha sottolineato la dimensione «cittadina» dell' apostola laica trentina. La Lubich aveva capito - per il primo cittadino - che la città era la dimensione ideale, rispetto agli Stati e al mondo, per far attecchire il valore della fratellanza: «In Chiara anche Trento attinge oggi riserve di speranza, virtù fondamentale anche per la vita civile e laica, non solo per quella spirituale». «Il Trentino ha una predisposizione all' incontro - ha detto il vicepresidente della giunta provinciale, Mario Tonina - e questo è il filo conduttore di tutti gli eventi pensati in occasione del centenario della morte della Lubich». Tonina ha collegato la figura di Chiara, idealmente, a quei grandi trentini che hanno costruito comunità e solidarietà, come don Lorenzo Guetti, padre della cooperazione e lo statista Alcide Degasperi.