Una donna che aveva una visione del mondo e che il mondo se lo portava dentro. Con queste parole Alberto Pacher, ex sindaco di Trento, fa sintesi efficace della figura della fondatrice del Movimento dei focolari. Proprio ieri ricorreva il centenario della nascita (ricordato con una messa celebrata nella chiesa di Santa Maria Maggiore), mentre sabato ci sarà la cerimonia ufficiale a Cadine con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Pacher, non è un mistero, con Chiara Lubich ha avuto un rapporto personale, figlio di quella visita che la celebre trentina fece nella sua città nel 2001, quando Pacher era appunto sindaco.
Pacher, lei conobbe Chiara Lubich nel 2001. Da quell' incontro scaturì un rapporto personale.
È vero, ci siamo scritti più volte.
E pochi mesi dopo quella visita mi invitò a Rocca di Papa. Lì c' è stato un momento molto bello, davanti ad alcune centinaia di persone, dove si è ripreso il senso di quello che era successo a Trento. Fu un periodo particolare per la città.
Perché?
Perché in poche settimane Trento ospitò Chiara Lubich, il Dalai Lama e l' allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Fu una convergenza singolare, perché le parole di questi tre personaggi componevano come un' eco: incentrati sul dialogo, sul confronto, sulla solidarietà, sulla ricerca di vie di incontro.
Cosa le ha lasciato il primo incontro con Chiara Lubich?
La netta percezione della levatura della persona che avevo di fronte a me. Chiara Lubich aveva la capacità di far sentire nel suo parlare una visione generale: portava il mondo dentro di sè e si sentiva vicina a quello che succedeva nel mondo. E con le sue suggestioni, i contenuti, gli stimoli che diede durante la sua visita aiutò a trovare la strada affinché la comunità dei credenti e la comunità cittadina fossero concentriche, cioè attorno ad un nucleo di valori condivisi. Valori di dialogo, di apertura, valori che sono nell' anima della nostra città.
Si può dire che Chiara Lubich abbia contagiato la vita di Alberto Pacher?
Chiunque ha avuto un incontro diretto con Chiara Lubich ne è uscito diverso. È una di quelle persone nelle quali si coglieva qualcosa in più, qualcosa di diverso, con un respiro altro.
E Trento cosa si portò via da quella visita?
Negli anni successivi la città ha messo in moto una serie di azioni. Ci fu un periodo in cui nella nostra città vennero esposte sui sui balconi le bandiere della pace, i bambini di una scuola vennero a proporci di fare delle iniziative sul tema della pace, da cui sono nate le giornate della pace che tutti gli anni mettono insieme migliaia di bambini in piazza Duomo. A me piace pensare che a partire da quell' incontro venne rilanciato in modo profetico l' appello al dialogo e alle necessità di trovare vie d' incontro: era l' anno delle Torri gemelli.
Chiara Lubich è nata a Trento: ma è una "figlia" di Trento?
Dopo la sua visita fu pubblicato dal Movimento dei focolari un piccolo libretto che ripercorreva con testi e foto i momenti di quell' incontro. Ricordo che il titolo del libretto era "Chi beve l' acqua pensa alla sorgente". Mi piace l' idea che la città di Trento sia stata sorgente di tutta questa cosa. Penso che ogni città abbia il suo "genius loci": è bello pensare che il genius loci di Trento abbia contributo alla costruzione di qualcosa di così grande.
Pur essendo un disegno di chiara ispirazione cristiana, il Movimento dei focolari ha fatto del dialogo con le altre religioni e con i non credenti i propri canali principali di sviluppo e crescita.
E questo è senz' altro un tema di grande ispirazione.
Si ha la sensazione che Chiara Lubich sia più conosciuta fuori da Trento e dal Trentino. È d' accordo?
C' è del vero. Ma è anche vero che Chiara Lubich è andata via da Trento quando era una ragazza.
Dobbiamo però dire che quando è tornata, nel 2001, c' erano migliaia di persone al palasport ad ascoltarla. Credo che questo centenario possa aiutare a far conoscere la figura di una persona che ha portato Trento nel mondo e il mondo a Trento.
I valori di Chiara Lubich e quelli che, come diceva, fanno parte del "genius loci" di Trento sembrano oggi più che mai messi in discussione anche in questa terra.
Sono tempi difficili, dove ci sono tante incertezze, insicurezze, paure che si sommano. I valori hanno bisogno di essere sempre alimentati, è questa la vera grande responsabilità di chi alimenta paure e chiusure. Le paure fanno arroccare le comunità, le tolgono elementi di nutrimenti. Il centenario sarà un' occasione per far conoscere il messaggio di una persona che questi valori li ha incarnati.
Trentino