"Guarda le braccia aperte di Cristo Crocifisso, lasciati sempre salvare nuovamente": così si apre la lettera rivolta ai fedeli dall'arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, e dal vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser.
E tra chi "ha saputo penetrare il mistero di quelle braccia aperte sulla croce", affermano, c'è Chiara Lubich, figura che ricordano nell'anno del Centenario. Chiara, osservano, la lanciato nel mondo la spiritualità dell'unità "attraverso una rilettura mistica e innovativa del crocifisso. Ben lontano da una chiave puramente sacrificale": in cui Dio, per usare le parole della stessa Lubich, "si fa in un certo modo "non essere" per amore".
Scrivono poi mons. Tisi e mons. Muser: "È fondamentale, in quest'ora della Storia, soffermarsi sulla questione di Dio. Sbagliarsi su Dio, infatti, è sbagliarsi sull'uomo. Seguendo le tracce della Lubich, capiamo che il Cristo Abbandonato è la rivelazione di un Dio che esiste come irriducibilmente segnato dalla fedeltà al dono e all'amore".
Il messaggio completo è disponibile qui.
Riflessioni valide sempre, anche per la Pasqua ormai vicina.