Nel suo intervento di saluto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti , riconoscendo il centenario come straordinaria occasione per far conoscere ai trentini la figura di Chiara Lubich, ha individuato tre caratteristiche che la legano alla sua terra.
La prima è la laboriosità e la forza di volontà, sviluppate poi nel suo messaggio e nel suo impegno spirituale e sociale. La seconda è la nascita e lo sviluppo del movimento cooperativo, fondamentale per migliorare le condizioni di vita di una popolazione povera dandole dignità. La terza caratteristica è legata al Trentino come terra di frontiera e punto di incontro tra cultura mediterranea e mitteleuropea, terra che l' ha abituata al dialogo e alla convivenza.
Anche per il sindaco Alessandro Andreatta (nella foto) , intervenuto in apertura, non è casuale che Chiara abbia maturato questa propensione alla fraternità in una città di confine e di incontro tra culture, anche se in quel momento dilaniata dalla guerra.
«Oggi siamo qui - ha detto - anche per provare a non tradire le consegne ricevute da una donna che ha saputo confrontarsi con tutti. Continuare ad esplorare il pensiero di Chiara Lubich, riscoprirlo e rileggerlo alla luce degli eventi di questo nostro presente è un modo per affrontare il mondo con una dote supplementare di speranza, virtù che scarseggia più che mai di questi tempi».
L' arcivescovo Lauro Tisi ha sottolineato la sorprendente attualità del messaggio di Chiara Lubich, in un' Europa che sembra aver smarrito la capacità di essere unità chiudendosi nell' egoismo e nell' autoreferenzialità. «Ma se vuoi la vita devi far vivere e se vuoi conoscere la gioia dai gioia, perché le necessità dell' altro sono le tue necessità». Infine Tisi ha voluto ricordare e ringraziare il suo predecessore, il vescovo Carlo de Ferrari, che ai tempi della nascita del Movimento dei Focolari si battè anche all' interno della Chiesa per non soffocare le novità che portate da una donna erano malviste dalla parte più tradizionalista: «Lui ha visto che c' era il dito di Dio e l' ha tutelata e se oggi il carisma abbraccia l' intera umanità lo dobbiamo al vescovo di Trento che l' ha protetta».
L'Adige