«Mattarella ha reso Chiara di tutti e l' ha "restituita"alla città di Trento»

Trentino

Chiara Lubich il giorno dopo. Di motivi di grande soddisfazione per il comitato organizzatore del centenario sono molteplici. Non solo per gli oltre 40 mila contatti streaming registrati durante l' evento di sabato a Mariapoli, ma anche per l' intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Parole non previste e tutt' altro che scontate: il capo dello Stato ha offerto una lettura soprattutto laica della presidente del Movimento dei Focolarini. Sottolineando anche l' influenza che un' altra figura centrale del movimento, Igino Giordani, ha avuto su di lui. Di questo evento, straordinario per diversi motivi, abbiamo colloquiato con Paolo Crepaz, presidente del comitato organizzatore del Centenario e volto storico del movimento dei Focolari.

Crepaz, Mattarella sabato era da voi a Mariapoli. E non solo nelle vesti, pur eccellenti, di spettatore.

II fatto che il capo dello Stato abbia preso la parola è stata una sorpresa. Non è scontato. Ci sono protocolli molto precisi, non è che il presidente faccia il prezioso. Quella di sabato era una visita ufficiale a Trento ed era facoltà di Mattarella dare, o meno, un proprio contributo. Devo dire che, personalmente, quando l' ho visto alzarsi dalla sedia sono scoppiato a piangere. Profondamente commosso.

Già avere ricevuto il si del Quirinale alla sua partecipazione non era per nulla scontato.

Quando siamo andati a Roma, era aprile, per invitarlo abbiamo ottenuto un' adesione immediata. Mattarella ha scorso con noi gli eventi del Centenario ed in quella occasione ha valutato due ipotesi. Una era di venire all' inaugurazione il 7 dicembre, l' altra di salire in occasione del centenario. Doveva essere inizialmente il 22, la data esatta, ma il presidente era in Israele.

Ed il capo dello Stato non si è limitato solo ad ascoltare, e come si è visto, con grande attenzione.

Infatti. Siamo rimasti sorpresi per la durata del suo intervento, non certo usuale, e 14 minuti hanno un peso. Ed è vero che gli interventi che si sono succeduti nel pomeriggio lo hanno, in qualche verso, stimolato. Era gratificato dell' ascolto.

Noi abbiamo notato un presidente molto a suo agio a Mariapoli.

Sì, lo avete scritto bene: rilassato, era in un ambiente accogliente rispetto al suo messaggio. Si è agganciato, parlando di Chiara, a valori che gli appartengono e ha trovato l' occasione per esternarli nel modo più disteso ed efficace. Ma siamo stati davvero stupiti dai suoi riferimenti precisi a chi lo ha preceduto che appunto a Chiara.

Mattarella ha dato ampia dimostrazione di conoscere molto bene Lubich.

Certo e ne ha dato chiare dimostrazioni di stima. Precisa, puntuale. Ha parlato di dialogo interreligioso, di dialogo ecumenico. Ha mostrato una conoscenza che è andata nei diversi profili di Chiara. Questo è stato davvero il massimo che potevamo aspettarci. A noi premeva che questo centenario non offrisse un' immagine idolatrica di Chiara, un santino. Mattarella ha avuto, con il suo intervento, un grande merito.


Ci dice quale?

Quello di averla resa di tutti. Chiara era, è, nostra. Ma da sabato, spero capirete il senso, non è più nostra. Faccio un esempio: Chiara Lubich è di Roberto Battiston che era lì con noi. Come anche del rettore Paolo Collini, o della presidente del Coni Paola Mora. Chiara è di Chiara Menestrina seduta in carrozzina in prima fila. Ci stava a cuore "restituirla" ai trentini. Abbiamo voluto dare un' immagine particolare di Chiara anche dalla scelta del manifesti con cui abbiamo presentato il Centenario. Potevamo mettere sui manifesti la sua frase forte "Io ho sposato Dio". Abbiamo invece voluto dare un messaggio universale "Sogno un mondo unito nella diversità delle genti". Ognuno lo può cogliere a seconda della propria ispirazione, religiosa o meno. Mattarella ne ha sottolineato questa dimensione: quella universale di una Chiara laica. Lei non ha mai negato quale fosse la sua ispirazione, certo, ma a noi che le siamo stati vicini ci ha sempre colpiti per la sua laicità. Tradotta in pratica significa volontà di dialogo. Mattarella ha fatto anche educazione civica ai ragazzi del Rosmini e del Sophie Scholl che erano presenti. Dietro di me sabato a Mariapoli erano seduti i parenti di Chiara: e ci hanno detto che abbiamo fatto scoprire ulteriormente la loro zia.

Il presidente della Repubblica ha citato più di una volta la figura di Igino Giordani.

Giordani conosceva già i genitori del presidente Mattarella. Aveva avuto diverse occasioni di stare con lui: Igino è stato un padre della Repubblica e non solo per il fatto di aver fatto parte della Costituente. Ha vissuto in esilio negli Stati Uniti, è stato direttore dell' Osservatore Romano e nel contesto del fascismo è stata una figura di riferimento.

Ma Giordani è stato anche una figura importantissima per Lubich.

Il cofondatore del Movimento. A Chiara, dal vescovo Carlo De Ferrari, era stato consigliato di andare a Roma, di avvicinarsi al Vaticano per l' evoluzione che stavano prendendo i Focolari. E, attraverso una persona che li ha fatti conoscere, ha incontrato Giordani assieme ad alcune compagne: aveva bisogno di trovare casa, di qualche suggerimento pratico.

Ma l' incontro ebbe conseguenze molto diverse.

Lui racconta di essere stato immediatamente colpito da Lubich, da quelle ragazze. Parlavano dell' esperienza del Vangelo vissuto con una grande semplicità. Giordani, grande esegeta e autore di vite dei santi, si trovò davanti a persone che gli parlavano di Gesù come se lo avessero incontrato poco prima fuori dalla porta. Per chi crede è stato un incontro che ha avuto ispirazione dall' alto. Si è compreso molto bene il ruolo che i laici potevano avere nella vita della Chiesa, anticipando ed ispirando di fatto il Concilio. In particolare per quanto riguarda Igino Giordani si trattava di un uomo sposato. Si era reso conto che tutto quello che aveva amato ed approfondito si era tradotto in lei.